P9. Elevati valori di Lipoproteina (a) non sono associati ad un profilo pressorio peggiore in pazienti adulti con ipertensione essenziale sottoposti a monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa delle 24 ore.
Giulia Nardoianni (1), Barbara Pala (1), Gianmarco Dutti (1), Marco Russo (1), Gemma Miletti (1), Valeria Bittoni (1), Eleonora Ramjeeawon (1), Flaminia Canichella (1), Raffaella Mistrulli (1), Massimo Volpe (1), Emanuele Barbato (1), Giuliano Tocci (1)
(1) Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Università di Roma Sapienza, UOC di Cardiologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea, Roma, Italia.
Introduzione: Elevati valori di lipoproteina (Lp) (a) sono stati associati ad un aumentato rischio di sviluppare lesioni ateromasiche diffuse, eventi coronarici acuti, stenosi aortica e prognosi cardiovascolare sfavorevole. Non è noto, tuttavia, il possibile ruolo di questo marcatore nell’ipertensione arteriosa.
Obiettivo: Valutare i valori di pressione arteriosa (PA) clinica, ambulatoriale 24 ore, diurna e notturna in una coorte di pazienti adulti con ipertensione arteriosa in relazione ai valori di (Lp) (a).
Metodi: In questo studio monocentrico, osservazionale, di coorte, sono stati inclusi pazienti adulti affetti da ipertensione arteriosa, sottoposti in modo consecutivo alla valutazione del profilo pressorio completo (PA clinica, PA ambulatoriale 24 ore, diurna, notturna) mediante un misuratore automatico, oscillometrico, validato (Mobil-O-Graph PWA Monitor, I.E.M. GmbH, Stolberg, Germany). La popolazione è stata suddivisa sia sulla base della presenza/assenza di un precedente evento cardiovascolare (prevenzione primaria vs. secondaria) che sulla base dei valori di Lp (a): gruppo 0 (basso rischio), (Lp) (a) < 30 mg/dl; gruppo 1 (rischio intermedio), (Lp) (a) >=30 mg/dl; gruppo 2 (rischio elevato), (Lp) (a) >= 50 mg/dl.
Risultati: Sono stati inclusi nel presente studio 207 pazienti (37.2% donne, età media 59.3±14.6 anni, IMC 26.9±5.3 kg/m2), di cui 129 (62.3%) in prevenzione primaria e 78 (37.7%) in prevenzione primaria. Come atteso, rispetto ai pazienti in prevenzione primaria quelli in prevenzione secondaria hanno mostrato valori maggiori di età (58.4±14.6 vs. 68.6±11.3 anni; P<0.001), IMC (26.9±5.3 vs. 27.4±4.8 kg/m2; P<0.014) e Lp (a) (40.0±46.3 vs. 81.6±88.1 mg/dl; P<0.001). È stata osservata una maggiore frequenza di pazienti del gruppo 2 (rischio elevato) in prevenzione secondaria (52.6% vs. 28.7%; P<0.001) e di pazienti del gruppo 0 (rischio basso) in prevenzione primaria (60.5% vs. 30.8%; P<0.001), come illustrato in Figura 1. La distribuzione dei valori di Lp (a) Non sono state osservate differenze significative tra gruppi in relazione ai valori di PA clinica sistolica (P=0.185), ambulatoriale 24 ore sistolica (P=0.731) e diastolica (P=0.433), diurna sistolica (P=0.949) e diastolica (P=0.983), notturna sistolica (P=0.704) e diastolica (P=0.493), ad eccezione della PA diastolica clinica che è risultata significativamente maggiore nel gruppo 0 rispetto agli altri due gruppi (85.9±11.9 vs. 81.2±8.7 vs. 81.5±11.6 mmHg; P=0.020). Non sono state osservate, tuttavia, correlazioni significative tra i valori di Lp (a) e quelli di PA clinica sistolica (P=0.103) e diastolica (P=0.0.053), ambulatoriale 24 ore sistolica (P=0.986) e diastolica (P=0.527), diurna sistolica (P=0.580) e diastolica (P=0.716), notturna sistolica (P=0.635) e diastolica (P=0.431), sia in presenza che in assenza di terapia antipertensiva, sia in prevenzione primaria che secondaria.
Conclusioni: Pur con le limitazioni legate alla numerosità campionaria ed alla natura dello studio, i livelli di Lp (a) non sembrano essere associati ad un profilo pressorio sfavorevole, sia alla misurazione clinica che ambulatoriale delle 24 ore, sia in presenza che in assenza di terapia antipertensiva. Figura 1.
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