L’infarto è una malattia che colpisce il cuore e consiste nella morte di una parte delle cellule muscolari che compongono le pareti del cuore stesso. E’ causato da un’ostruzione più o meno completa di una delle arterie che portano il sangue ed ossigeno al cuore, chiamate arterie coronarie, indotta dalla rottura di una placca aterosclerotica.
Il sintomo caratteristico dell’infarto è il dolore al petto (anche detto “angina”). Si tratta di un dolore molto forte, localizzato al centro del petto, talvolta irradiato al braccio sinistro, alla gola, alle spalle o all’addome, che compare o peggiora con lo sforzo fisico, ma che può comparire anche a riposo.
Le cause che possono favorire la comparsa dell’infarto sono rappresentate dai principali fattori di rischio cardiovascolare, tra cui l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, il diabete mellito, il fumo, l’obesità e la familiarità per malattie cardiovascolari. Sono, inoltre, riconosciuti altri fattori di rischio, tra cui gli elevati valori di trigliceridi, i bassi valori di colesterolo HDL, la sedentarietà, lo stress, l’aumento degli indici di infiammazione e l’alterazione dei parametri della coagulazione. Il rischio di infarto è maggiore nel sesso maschile fino a 65 anni di età, al di sopra dei quali il rischio diventa comparabile tra uomini e donne.
Oltre al dolore tipico al petto, che rappresenta il sintomo caratteristico dell’infarto, possono spesso essere presenti altri sintomi associati, tra cui il battito accelerato (tachicardia) e l’affanno (dispnea). In genere, il sintomo che è fa riconoscere l’infarto è il dolore molto forte al petto.
La diagnosi di infarto si basa sulla presenza di almeno uno dei seguenti criteri: 1) tipico dolore al petto con le caratteristiche sopradescritte; 2) alterazioni dell’elettrocardiogramma (modificazioni del tratto ST e dell’onda T); 3) aumento di alcuni marcatori nel sangue (in particolare, le troponine).
Il trattamento dell’infarto è funzione del tempo tra l’insorgenza dei sintomi e l’accesso alle cure primarie (pronto soccorso), della sede e del tipo di infarto, nonché delle caratteristiche cliniche del paziente. La terapia si basa sull’uso di farmaci che riducono il dolore, migliorano il flusso sanguigno e preservano il cuore dal danno. Inoltre, è possibile ricorrere all’impiego di terapie farmacologiche (trombolisi) o non farmacologiche (angioplastica con impianto di stent) in grado di riaprire il vaso ostruito e ripristinare il flusso di sangue e di ossigeno attraverso l’arteria coronarica responsabile dell’infarto.
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