Influenza ed episodi cardiovascolari

Con il contributo non condizionante di:

Prof.ssa Roberta Siliquini

Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI)
Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatria Università di Torino

Aspetti epidemiologici e ruolo protettivo della vaccinazione antinfluenzale in pazienti con malattie cardiovascolari

Influenza: un rischio sottovalutato per la salute pubblica e cardiovascolare.
L’influenza non è solo una malattia stagionale: ogni anno colpisce milioni di persone in Europa, causando fino a 70.000 decessi e un impatto significativo su ospedali, produttività e risorse sanitarie. In Italia, si stimano oltre 21.000 ricoveri in eccesso per stagione, con un’incidenza particolarmente elevata tra gli over 60. Oltre ai sintomi respiratori, l’influenza può aumentare il rischio di eventi cardiovascolari acuti, come infarti e scompensi cardiaci. Studi recenti hanno dimostrato che anche una forma lieve può raddoppiare il rischio di complicanze cardiache, soprattutto nei soggetti fragili o con patologie croniche. La vaccinazione antinfluenzale si conferma la strategia più efficace per ridurre complicanze e mortalità. Secondo l’OMS e il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, l’obiettivo è raggiungere almeno il 75% di copertura negli over 65. I dati parlano chiaro: la vaccinazione può ridurre fino al 36% degli eventi cardiovascolari maggiori nei pazienti a rischio.

 

Prof. Massimo Volpe

Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Università di Roma Sapienza IRCCS San Raffaele, Roma
Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC)

Impatto dell’influenza sulle malattie cardiovascolari: basi fisiopatologiche e manifestazioni cliniche

Influenza e cuore: un legame da non sottovalutare
L’influenza, tradizionalmente considerata una malattia respiratoria, è oggi riconosciuta anche come un importante fattore di rischio cardiovascolare. Studi recenti hanno evidenziato una forte correlazione tra i picchi stagionali influenzali e l’aumento di eventi cardiaci acuti come infarti, ictus e scompensi, soprattutto nei soggetti con patologie preesistenti. Il virus influenzale può innescare risposte infiammatorie e processi trombotici che destabilizzano le placche aterosclerotiche, aumentando il rischio di eventi cardiovascolari gravi. Le complicanze includono miocarditi, pericarditi, aritmie (in particolare fibrillazione atriale) e insufficienza cardiaca acuta. In Italia, le malattie cardiovascolari rappresentano il 35% dei decessi annuali, con un impatto economico stimato tra i 19 e i 24 miliardi di euro. La vaccinazione antinfluenzale si conferma una strategia fondamentale non solo per prevenire l’infezione, ma anche per ridurre significativamente il rischio di complicanze cardiovascolari, sia in prevenzione primaria che secondaria.

 

Dott.ssa Allegra Battistoni

Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Università di Roma Sapienza
Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC)

La vaccinazione antinfluenzale: impatto sullo sviluppo di eventi cardiovascolari. Aspetti epidemiologici e studi clinici

Vaccinazione antinfluenzale: un alleato sottovalutato nella prevenzione cardiovascolare.
Negli ultimi 15 anni, la vaccinazione antinfluenzale si è dimostrata una strategia efficace non solo contro le infezioni respiratorie, ma anche nella riduzione della mortalità e degli eventi cardiovascolari maggiori (MACE), soprattutto nei pazienti ad alto rischio.

Studi clinici randomizzati e meta-analisi confermano che vaccinarsi contro l’influenza può ridurre significativamente:

  • la mortalità cardiovascolare
  • gli eventi ischemici ricorrenti
  • i ricoveri per scompenso cardiaco e ictus

 

Prof. Giovanni Gabutti

Coordinatore GdL “Vaccini e Politiche Vaccinali”,
Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI)

La vaccinazione antinfluenzale nei pazienti ad alto rischio

Non tutti i vaccini sono uguali, e non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo. Capire cosa influenza l’efficacia e l’effectiveness della vaccinazione antinfluenzale è essenziale per proteggere davvero chi è più vulnerabile.

Cosa influenza la protezione vaccinale?

  • La risposta immunitaria individuale (ridotta negli anziani o nei pazienti immunocompromessi)
  • Il matching tra ceppi vaccinali e virus circolanti
  • Le caratteristiche cliniche del paziente (fragilità, comorbidità)
  • Il tipo di vaccino utilizzato

Cosa ci dicono i dati?
Numerose evidenze scientifiche confermano che la vaccinazione antinfluenzale è particolarmente efficace nel ridurre complicanze gravi, ospedalizzazioni e mortalità nei soggetti più vulnerabili.

 

Prof. Paolo Bonanni

Dipartimento di Scienze della Salute – Università degli Studi di Firenze;
Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI)

Appropriatezza vaccinale per i pazienti a rischio cardiovascolare aumentato, anche in relazione all’età

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda una copertura vaccinale antinfluenzale del 75% (minimo) fino al 95% (ottimale) per over 65 e soggetti a rischio. Ma quali vaccini scegliere?

In Italia sono disponibili diverse formulazioni indicate per diverse fasce d’età.

L’appropriatezza vaccinale è oggi più che mai una priorità: età, stato di salute e caratteristiche del vaccino devono guidare la scelta.

 

Prof. Giulio Nati

Membro Gruppo di Lavoro Regionale Strategie Vaccinali- Regione Lazio;
Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC

Strategia ed organizzazione della vaccinazione anti-influenzale sul territorio: il ruolo del Medico di Medicina Generale

Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025 rafforza il ruolo dei Medici di Medicina Generale nella protezione dei pazienti fragili, promuovendo una rete territoriale integrata e personalizzata.

Prossimità, fiducia e continuità assistenziale sono le chiavi per aumentare le coperture vaccinali e contrastare l’esitazione.

Oltre 10 milioni di dosi #antinfluenzali somministrate nella campagna 2023/24, grazie al contributo decisivo dei MMG.

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