L'Editoriale della SIPREC YOUNG

Le sigarette a tabacco riscaldato sono davvero un’alternativa meno dannosa delle sigarette tradizionali?

A cura di: Maria Cristina Patti
Maria Cristina Patti

Maria Cristina Patti

Biologa Nutrizionista

Introduzione

L’esposizione al fumo di sigaretta, sia diretta che passiva, è tra i principali fattori di rischio cardiovascolare, oncologico e in generale sulla mortalità per tutte le cause. 

Da alcuni anni sono stati messi in commercio dispositivi alternativi alle sigarette tradizionali, come i prodotti a tabacco riscaldato, conosciuti meglio in Italia con il loro nome commerciale, IQOS, che non bruciano direttamente il tabacco, ma lo riscaldano a temperature più basse (350° C anziché gli oltre 600°C raggiunti con le sigarette classiche). Per tale ragione, si è diffusa l’idea che essi siano meno pericolosi per la salute, ma gli studi non sono in linea con tale affermazione.

Evidenze sulla pericolosità delle sigarette a tabacco riscaldato

Dal momento in cui i dispositivi a tabacco riscaldato (Heat Non Burn products, HNB), sono stati introdotti nel commercio, la vendita di sigarette tradizionali si è ridotta. 

Molti consumatori infatti scelgono tali prodotti in quanto li ritengono meno dannosi e hanno l’idea che possano aiutarli a smettere di fumare definitivamente. Tuttavia, gli studi non consentono di dimostrare una maggiore sicurezza delle sigarette HNB, né tantomeno che possano favorire la cessazione della dipendenza. Sebbene il tabacco in essi contenuto non subisca una combustione in quanto viene solamente riscaldato, i prodotti HNB contengono nicotina e di conseguenza sono in grado di indurre dipendenza. Ciò è dimostrato dal fatto che in Italia il 45% della popolazione che utilizza questi dispositivi non ha mai fumato sigarette tradizionali. 

Centner AM et al. hanno dimostrato che la nicotina e i suoi metaboliti hanno effetti negativi anche sulla salute cardiovascolare, in particolare sullo sviluppo di aterosclerosi. Tali sostanze promuovono infiammazione e stress ossidativo mediante la NADPH ossidasi 1 (Nox1), e sono in grado di modulare le cellule muscolari lisce vascolari (Vascular Smooth Muscle Cells, VSMCs), le più abbondanti nel sistema vascolare, attraverso un cambiamento fenotipico che provoca proliferazione, migrazione e accumulo di cellule senescenti nell’intima, oltre che di cellule immunitarie, lipidi e colesterolo, fino alla formazione di una placca aterosclerotica instabile, pericolosa per la salute.

Sebbene in minor quantità rispetto alle sigarette tradizionali, i prodotti HNB producono, oltre alla nicotina, anche altre sostanze tossiche, come la formaldeide cianoidrina (un precursore tossico di formaldeide e cianuro) rilasciata dal filtro polimerico alle temperature più basse raggiunte dall'IQOS e con effetti nocivi sul sistema cardiovascolare. È stata osservata una correlazione anche tra esposizione a PM 2,5 e aumento della pressione arteriosa, soprattutto in concomitanza di obesità ed elevato rapporto vita-fianchi. 

Inoltre, uno studio su 22 fumatori, con un'età media di 33 ± 5 e nessuna comorbidità, ha esaminato gli effetti dei prodotti HNB su frequenza cardiaca, pressione arteriosa, velocità dell'onda del polso carotideo-femorale e velocità dell'onda del polso brachiale-caviglia. I risultati erano significativamente elevati rispetto al basale, confermando che i prodotti del tabacco HNB possono indurre rigidità arteriosa. 

Cessazione al fumo e riduzione del rischio cardiovascolare

In uno studio pubblicato nel 2021 sul European Heart Journal sono stati confrontati gli effetti cardiovascolari a lungo termine della cessazione dell’abitudine al fumo rispetto alla sola riduzione.  I partecipanti sono stati divisi in rinunciatari (20,6%), riduttori I (riduzione ≥50%, 7,3%), riduttori II (riduzione del 20-50%, 11,6%), sostenitori (45,7%) e coloro che hanno aumentato di più del 20% l’esposizione al fumo (14,5 %). È stato osservato che i rinunciatari, che hanno smesso definitivamente di fumare, avevano un rischio significativamente ridotto di ictus rispetto a coloro che continuavano a fumare (sostenitori), mentre sia nei riduttori I che nei riduttori II, il rischio di ictus e incidenza di infarto miocardico non era significativamente diverso dal rischio osservato nei sostenitori. In alcuni dei partecipanti che avevano smesso di fumare ma che hanno ripreso successivamente, è stato riscontrato un rischio maggiore di malattie cardiovascolari del 42-69% rispetto a coloro che smettevano di fumare definitivamente.

Conclusioni

Esiste un numero ancora limitato di studi sugli effetti dei dispositivi a tabacco riscaldato, molti pubblicati dai produttori degli stessi prodotti, e sebbene alcuni dati mostrino un impatto meno nocivo rispetto alle sigarette tradizionali, risultano comunque dannosi per il sistema cardiovascolare e per la salute in generale. 

La soluzione migliore sarebbe quella di non farne uso o di smettere di fumare definitivamente, per ridurre il rischio di sviluppare qualsiasi patologia, sensibilizzando in maniera più consistente la popolazione sugli effetti negativi che il fumo ha sulla salute, e promuovendo azioni e rimedi efficaci in grado di aiutare a combattere la dipendenza.

Bibliografia
  1. Centner AM, Bhide PG, Salazar G. Nicotine in Senescence and Atherosclerosis.  2020 Apr 22;9(4):1035. doi: 10.3390/cells9041035. PMID: 32331221; PMCID: PMC7226537.
  2. Fried ND, Gardner JD. Heat-not-burn tobacco products: an emerging threat to cardiovascular health. Am J Physiol Heart Circ Physiol. 2020 Dec 1;319(6):H1234-H1239. doi: 10.1152/ajpheart.00708.2020. Epub 2020 Oct 2. PMID: 33006919; PMCID: PMC7792702.
  3. Jeong SM, Jeon KH, Shin DW, Han K, Kim D, Park SH, Cho MH, Lee CM, Nam KW, Lee SP. Smoking cessation, but not reduction, reduces cardiovascular disease incidence. Eur Heart J. 2021 Oct 21;42(40):4141-4153. doi: 10.1093/eurheartj/ehab578. PMID: 34431997.

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